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Quanto l’ambiente in cui alberghiamo influenza la nostra energia?

Ormai lo sanno anche i sassi che sto apportando dei cambiamenti in studio. Questa esigenza è nata dal desiderio di allinearlo alla mia persona, visto che ci trascorro molto tempo.

In più sono cambiate le necessità dei miei clienti, e il desiderio di offrire loro un servizio in un ambiente più consono mi ha messo con le spalle al muro: bisognava agire.

Così, per non fare le cose alla carlona, mi sono fatta aiutare da una architetto. Lei si occupa prevalentemente del riassetto degli ambienti da un punto di vista energetico avvalendosi dei principi del Feng Shui e del Vastu.

Al di là delle sue competenze che non sono minimamente in discussione, sono rimasta sbalordita da quanto l’ambiente in cui alberghiamo, che sia familiare o lavorativo, influenzi la nostra energia.

Perché è vero che un ambiente bello piace a tutti, ma l’energia all’interno dei vari locali fluisce correttamente oppure ci sono ristagni o eccessi?

Attraverso il suo aiuto mi sono accorta che c’erano delle disarmonie che entro una certa misura mi disturbavano. Ma in che modo? Aspetta, tra un po’ ci arrivo.

Io che sono una amante dell’ordine e del decluttering, che non amo il superfluo e che ho la tendenza ad eliminare quello che non mi serve o che non mi piace più, da troppo tempo stavo lavorando in un ambiente pieno di cose delle quali non riuscivo a liberarmi, come se avessi le mani legate.

E francamente non capivo il perché.
C’era qualcosa che proprio non funzionava.

Dalle consulenze fatte con l’architetto sono emersi alcuni aspetti che andavano rivisti e che corrispondevano alle mie esigenze: uno stile più minimal e con materiali che ricordassero la natura (come ad esempio il legno e le fibre naturali).

Il primo cambiamento è stato modificare il colore delle pareti e già che c’ero ho acquistato un paio di lampade da terra per creare una illuminazione più morbida, calda ed accogliente.

Sembra quasi incredibile, ma già con questo piccolo intervento lo studio ha acquisito un sapore diverso. A distanza di un mese dall’operato dell’imbianchino, mi sono accorta che lavoro molto meglio, ho più energia e la sera, quando rientro a casa dopo una giornata di trattamenti, mi sento meno stanca. Tutto questo semplicemente grazie all’armonizzazione dei colori, scegliendo delle tonalità per nulla sature e dai toni leggeri. Nonostante io ami da sempre i colori (sono figlia di un imbianchino e in casa mia c’è sempre stato tanto colore), con il passare degli anni le mie esigenze di donna stavano cambiando: tutta quella vivacità data dal colore, se prima mi dava allegria e gioia, ora, che ho superato da parecchio tempo i quaranta, stava risucchiando gran parte della mia energia portandomi oltre la naturale stimolazione: mi stava esaurendo.

Intendiamoci, non è così per tutti, per questo è importante ascoltarsi, osservarsi, analizzare con occhio clinico e cuore aperto quali siano i propri bisogni e sperimentare per capire cosa ci fa stare bene, senza indugi. Alla fine stiamo agendo per il nostro bene, non credi?!

Comunque il Feng Shui è davvero magico: ne avevo sempre sentito parlare e conoscevo alcuni dettagli, ma nulla in confronto a tutto ciò che comprende. Sono rimasta piacevolmente stupita del fatto che ogni ambiente del mio studio sia collocato nella giusta loggia di pertinenza. Addirittura qualche giorno fa ne parlavo con una cliente che mi disse “Ecco perché ogni volta che vengo alle tue meditazioni, vorrei non andare più via, come se ci fosse un flusso benefico che mi invoglia a restare”. Infatti le mie meditazioni di gruppo, che hanno luogo una volta al mese, iniziano alle 20,30 e finiscono alle 22, ma ogni volta i partecipanti vanno via non prima delle 22,30 perché si crea un’atmosfera così bella che rimaniamo lì a chiacchierare, anche di temi importanti e profondi.

Questi piccoli primi passaggi mi hanno oltretutto costretta a setacciare ogni pensile, cassetto, armadio per capire cosa si poteva tenere e cosa era bene eliminare (solitamente se gli oggetti sono in buono stato li porto al mercatino dell’usato, di fianco all’isola ecologica di Soliera), portando energia nuova e una ventata di aria fresca. Sì, è proprio questo l’effetto che fa quando facciamo un profondo ripulisti in casa nostra (o come in questo caso, nel proprio luogo di lavoro).

Fai fatica a lasciare andare le cose? Spesso dietro a questa difficoltà si cela qualcosa di più profondo, un tentativo inconscio di trattenere qualcosa o qualcuno.

A volte abbiamo paura di ferire colui o colei che ci regalò quel vaso che teniamo in ingresso, se decidessimo di eliminarlo, anche se non ci piace per niente. Con il risultato che ogni volta che entri o esci di casa lo vedi e inconsciamente ti innervosisci, magari in casa non ci stai nemmeno tanto bene e non sai il perché.

Per esperienza personale ti posso dire che ho donato molti oggetti che mi sono stati regalati che non mi piacevano o che semplicemente non mi davano più gioia e non è successo nemmeno una volta che qualcuno mi chiedesse “Ehi Greta ma che fine ha fatto quella cornice che ti ho regalato anni fa?”. Mai.

In tutta sincerità ho cominciato a pensare che loro nemmeno si ricordino più di avermi regalato questo o quello. Io, ad esempio, non mi ricordo tutte le cose che ho regalato ad amici e parenti in tutti questi anni.

Quindi con molta pace nel cuore, ogni volta che elimino qualcosa lo ringrazio per il tempo trascorso insieme, che è giunto il momento che vada tra le braccia di chi saprebbe di nuovo apprezzarlo.

Tornando ai lavori di rinnovo nel mio studio, mancano ancora molti passaggi, ma sarò lieta di renderti partecipe e di condividere con te il suo restyling. Sono elettrizzata.

 

Un abbraccio.
Greta

 

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